ARREDARE CON L'ARTIGIANATO

Come ho arredato le mie mensole dopo Nardò

Non arrivo mai a caso in un luogo. Forse nessuno. Ci arrivo per la sua storia, le tradizioni e le sensazioni che so possa suscitarmi. A Nardò per esempio ci sono stata (… la scorsa settimana, eh sì sono fresca di vacanza) con lo scopo preciso di guardare attraverso i miei occhi la piazza barocca (di una bellezza straordinaria) di cui ho sentito parlare e perché ho conosciuto, nelle mie incessanti ricerche, un posto speciale dedicato all’artigianato salentino.

Le ciotole che ora arredano le mensole del mio minuscolo soggiorno provengono proprio da piazza Salandra di Nardò, precisamente da Terrarossa. Un negozio che guarda in faccia la Guglia dell’Immacolata.

E’ così che un viaggio si lega sempre a casa mia, che ospita manufatti che rappresentano pezzi di vita, oggetti che hanno un valore non per il prezzo ma perché racchiudono luoghi e incontri, suscitano ricordi e sensazioni. Oggetti forgiati da mani esperte, dalla forte individualità, di cui mi sorprende sempre la loro capacità di oltrepassare il tempo.

Ormai, se mi segui da po’, hai capito quanto per me sia importante conferire personalità alla casa. Gli oggetti artigianali e artistici giocano un ruolo fondamentale proprio per il loro significato intrinseco. Se poi questi provengono da un tuo viaggio la carica emotiva è ancora più grande.

“Ti ricordi di quella volta che sei stata in Puglia e hai acquistato quella terrina di ceramica? Sì, ora la uso sulla mia tavola per metterci l’insalata.”

E che così che va, non credi? Quell’oggetto ti fa tornare alla memoria emozioni e momenti passati in luoghi bellissimi. 

Da Nardò ho portato tre ciotole colorate, un re e una regina di ceramica bianca e le ho usate per arredare le mensole del soggiorno creando un palette di colori decisamente estiva.

Anche i colori sono fondamentali per la tua casa: sei hai voglia di approfondire e imparare a usarli senza combinare pasticci puoi iscriverti alla newsletter qui.  Ti mando in regalo la mia guida.

Ma torniamo a noi. Ora ti racconto di Nardò, dell’artigianato che ho acquistato e delle mie mensole che spero possano ispirarti. Sei pronto a seguirmi in questo viaggio? Dai, che si parte.

L’artigianato salentino e tre trucchi per arredare le mensole

Il Salento non è solo mare. Alle spalle delle spiagge iniziano le distese di ulivi che circondano paesi dalle architetture spontanee.

# Nardò.
Nardò stupisce, per esempio, per la perfezione di piazza Salandra, una delle più belle del Salento con la quinta di edifici barocchi: la chiesa del Trifone, il Palazzo di Città, il sedile con la statua di San Giorgio e al centro la Guglia dell’Immacolata.

E’ una piazza spettacolare. Sono rimasta abbagliata dal barocco e dal colore chiaro della pietra leccese con cui è costruito l’intero paese. Leggevo che si tratta di una pietra facilmente lavorabile ma essendo delicata è anche molto esposta al deterioramento.

Piazza Salandra - Nardò

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Se ho avuto la possibilità di ammirare Piazza Salandra e Nardò è solo grazie ai grandi artigiani del Seicento che aggiunsero alla pietra del latte.

Incredibile vero? Il latte rende la pietra più dura e resistente e al tempo stesso più chiara e lucente.

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Mi hanno stupita certi particolari come le nicchie e i nove lampioni a braccio che illuminano la piazza. Realizzati in lamine di metallo battuto hanno forme floreali e furono voluti, sul finire degli anni ’50, dall’allora sindaco di Nardò Salvatore De Benedittis e realizzate dal maestro Luigi Cappello.

lampione

Nella piazza ci siamo fermati a mettere le mani sotto l’acqua della fontana del Toro: per fortuna non c’é mai stato troppo caldo e la visita è stata davvero piacevole.

Ci siamo fermati a riposare proprio intorno alla Guglia.

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Poi ho lasciato Nicolò e mio marito e mi sono intrufolata da Terrarossa, il negozio (è riduttivo chiamarlo negozio, in realtà è molto di più, si nota nei proprietari la ricerca e l’amore per il proprio lavoro e quello degli altri che si rispecchiano nel ‘negozio’) che seleziona artigianato artistico salentino, dalle ceramiche ai tessuti. E’ perfettamente integrato alla piazza, davvero molto bello e delicato.

Da Terrarossa sono stata accolta dalla calorosa ospitalità pugliese della proprietaria. Mi sono girata attorno a guardare e ammirare pensando a casa mia, perché avevo in mente da tempo di allestire diversamente le mensole del soggiorno. Mio marito dice che la nostra è una casa vivente perché tutto si sposta e si muove….

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La proprietaria ci ha permesso di salire al piano superiore del negozio, che ancora non è allestito, per ammirare la piazza dall’alto. Nicolò, Pier e io su quella nicchia favolosa abbiamo goduto della vista aerea sulla piazza. Che dire?! Grazie!

#Le mensole.
E adesso veniamo ai mie scaffali stretti stretti (per inciso, sono di Ikea). Questo particolare ha condizionato la mia scelta: ero infatti indecisa su una tradizionale pupa salentina, troppo cicciotta per starci, e delle statue più innovative realizzate dall’artigiana Monica Righi. Alla fine ho preso queste ultime, un re e una regina, perché il loro diametro è stretto ed ero sicura che avrei potuto appoggiarle sulle mensole. E poi ero attratta dal loro design e per di più possono essere utilizzate come vasi, l’idea mi allettava molto.

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Essendo bianchi mi serviva del colore, così ho aggiunto (oltre le due matrioske che il mio papà mi ha portato dalla Russia anni fa) tre ciotole acquistate sempre da Terrarossa.

C’erano moltissime cromie, una più bella dell’altra, alla fine ho preferito il rosso, il giallo e il blu: i tre colori primari che per forza di cose si abbinano bene assieme.

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Arrivata nella mia casina incastonata sulle Dolomiti ho dato il via alle danze. Ho steso sul tavolo della cucina i manufatti che ho acquistato mescolandoli ad alcuni dei miei ‘soliti’ e ho cominciato a ri-organizzare le mensole togliendo tutto quello che già c’era e lasciandole vuote.

Ti fanno paura gli spazi vuoti? a me, delle volte, sì lo ammetto. Pur avendo una casa piccola mi piace riempirla senza esagerazioni. Così con le mensole: il vuoto però mi è servito anche per immaginare come avrei voluto sistemare lo spazio.

Mi sono lasciata guidare dall’estate, che suggerisce spazi ariosi e colori accessi e dal viaggio in Salento.

Ti svelo un semplice trucco per allestire gli spazi e creare composizioni dal risultato soddisfacente.

E’ facile, fai così:

raggruppa gli oggetti: scegline due o tre al massimo che si abbinino per colore (per abbinare i colori, se ti va, te lo spiego nella mia guida che puoi avere gratuitamente iscrivendoti qui, altrimenti questo post sarebbe davvero troppo lungo) e per forma

– ora che hai i tuoi gruppi crea un insieme di gruppi più ampio, ricordandoti anche in tal caso di trovare qualche cosa in comune (colore, forma)

il vuoto arreda: non devi necessariamente riempire tutto a tutti i costi, lasciare spazi vuoti tra gli oggetti crea movimento, riposa la vista, rende arioso l’ambiente.

Con questi criteri ho allestito i miei scaffali. Eccoli, che ne pensi?

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Non so tu, io non riesco a concepire la casa come un dormitorio o una mangiatoia. Un posto, insomma, dove espletare semplici necessità. Nemmeno come un museo, in cui tutto è perfettamente arredato ma ogni cosa sembra immobile. Quasi priva di vita.

Per me la casa è luogo diverso. Mi rappresenta, con la mia passione per l’artigianato e l’amore per manufatti unici, con la passione per il colore e la mia libertà nell’esprimermi. Sfatando l’idea che in un ambiente di montagna certi manufatti non possano entrarci.

Soprattutto, casa è il luogo della mia famiglia, dei giochi di Nicolò e del riposo di Pier. Custode del nostro amore e della nostra vita insieme. Con le sue gioie e le sue difficoltà.

Quando guardo le mensole ricordo Nardò, al buon cibo buone abbiamo mangiato nella Osteria Corte Santa Lucia dove ho gustato un puré di ceci con cicoria e crostini fritti, tipico piatto della tradizione salentina. Mi viene l’acquolina in bocca, ripensandoci! Il locale è davvero carinissimo e l’oste un tipo spigliato, dalla battuta pronta e dagli occhi intelligenti. Ci siamo divertiti. Questa è stata l’ultima tappa a Nardò.

nardò ristorante

Se sei curioso di conoscere il resto del mio viaggio in Salento, ripassa nel blog.
Dammi tempo una settimana per organizzare testo, foto e altri oggetti pugliesi …. può essere però che nel mezzo riesca anche a scrivere altro post: ho in mente qualche idee per la stanza da bagno.

La newsletter serve anche a questo, ti avverto quando pubblico i post.

 

 

 

 

 

 

Come ho arredato le mie mensole dopo Nardò ultima modifica: 2015-07-09T16:12:19+02:00 da Benedetta

4 Commenti

  • Rispondi luana 09/07/2015 a 19:29

    Io nn vedo l’ ora!anzi mi chiedevo quando avresti cominciato a raccontare del tuo viaggio tra arte, mare e buon cibo! Io in Puglia ho acquistato una pupa Salentina ora in prima tra i miei libri!
    Lalu

    • Rispondi Benedetta 10/07/2015 a 07:24

      Buongiorno Lu: ero indecisa sulle pupe salentine, che belle!
      sono anch’io curiosa di sapere del tuo viaggio, dove vai?

  • Rispondi sabrinamesiano 11/07/2015 a 09:24

    Mi piacciono molto, sia le ciotole, sia i vasi.
    Anche noi comperiamo un oggetto per la casa in ogni viaggio che facciamo, all’Elba abbiamo comperato tre piastrelle in ceramica raku, te le mostrerò.
    Baci

    • Rispondi Benedetta 11/07/2015 a 17:01

      Sono acquisti che hanno un grande valore e permettono di arredare le nostre case con originalità.
      Sono molto curiosa di vederle!
      un caro saluto Sabrina!

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