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LIFE + STYLE, VINTAGE

Il design italiano: non esiste una formula per governare la fantasia

Te la ricordi la Coccoina, quella meravigliosa colla riposta in quel meraviglioso barattolo in alluminio a forma di ciambella e avvolto da quello splendido lettering anni ’20? E il dentifricio in tubo di Marvis, immancabile nei bagni dei nostri nonni, la mitica Vespa e la mitica Fiat 500…? Il design italiano è entrato in molti aspetti della nostra vita, del nostro immaginario e della nostra quotidianità senza a volte farci troppo caso. Magari presi ad ammirare soprattutto il design scandinavo, così popolare sul web e spesso ridotto ingiustamente ai soli prodotti Ikea.

Il design italiano

Il design italiano, cos’é? Una miscela di reciproche influenze tra industria, creatività progettuale che stimola, indirizza, condiziona interi comparti dell’economia nazionale. Creatività che poi entra nella nostra vita quotidiana, in una sorta di misteriosa contaminazione tra uso e libera ideazione. Il design {italiano} è il mistero di opere d’arte non uniche, riprodotte in serie e fruibili. Quel mistero che viene svelato se osserviamo la bottiglietta del Campari quando prendiamo l’aperitivo oppure la moka Bialetti con cui prendiamo il caffé la mattina o, ancora, la suola Vibram delle nostre scarpe… gli esempi sono tanti. Ecco svelato il mistero: il design è la fabbrica delle idee capace di tradurre la scintilla creativa in uso. Dunque il design come parte della vita di tutti.

Assieme all’artigianato e al vintage, ognuno dei quali è sicuramente diverso l’uno dall’altro, amo il disegn e guardando in rete mi è sembrato che si parli poco del design italiano. Da questa riflessione {che non ha la pretesa corrispondere esattamente alla realtà, anzi, se ci sono post che vuoi segnalarmi mi farebbe molto piacere} è nato questo post. E spero tanti altri.

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Come nasce il design italiano?

Quello italiano è un design anomalo. Che non nasce dalla Rivoluzione industriale, ma ha radici più antiche, profonde e varie. Probabilmente il design italiano è qualche cosa di diverso dalla tradizionale attività che si occupa dell’aspetto estetico e funzionale dei prodotti. Da noi il design corrisponde a una cultura civile e a un’importante risorsa economica; è radicato nei distretti industriali e dialoga con l’artigianato. E’ un fenomeno dinamico, evolutivo; una realtà che cresce in continuazione e si trasforma.

STORIA DEL DESIGN ITALIANO {in breve}

La storia del design è complessa e risale ai primordi della rivoluzione industriale. In Italia, mancando della tradizione industriale di Inghilterra, Germania e Francia, un risveglio di una coscienza del design si è ebbe soltanto in prossimità della prima guerra mondiale. Perché? Perché la guerra portava con sé l’idea che un oggetto deve essere “funzionale a…”. Con questo concetto Gio Ponti, negli anni Trenta, dettò legge non solo in ambito architettonico ma anche nelle sue realizzazioni artigianali {per esempio nelle ceramiche che creò per Richard Ginori}.

Nel primo dopo guerra il design italiano introdusse con più decisione l’elemento estetico. In pratica, aziende come Olivetti, Necchi {che producevano rispettivamente macchine da scrivere e macchine da cucire} ma anche la Piaggio, con la sua Vespa, cominciarono a comprendere l’importanza del fattore estetico per vendere i propri prodotti. La funzionalità diventa bella; ha una sua bellezza. Da qui entra in gioco, soprattutto in Italia, il rapporto tra design e arte, tra design e artigianato.

Un pensiero che anima anche questo blog: la bellezza deve essere funzionale e la funzionalità dev’essere bella. Perché la bellezza nel suo significato più profondo rende felici quando si può “usare”.

Design italiano, shop online

Ma torniamo alla Coccoina, al tubetto di dentifricio Marvis… piccoli oggetti di design italiano che sono entrati ed entrano nelle nostre case. In Italia esistono ancora realtà centenarie che continuano a produrre design per la vita di ciascuno di noi e da poco è stato realizzato anche un sito, carinissimo, che raccoglie oggetti di design quotidiano. Si chiama Fatto Bene, l’ho scoperto di recente e mi piaciuto tantissimo!

LA MIA SELEZIONE DAL SITO {ideale da regalare}

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CUCITRICE ZENITH 548 E, BALMA CAPODURI E C., DAL 1948

Versione economica dell’iconica Zenith 548, la cucitrice Zenith 548 E ha rivoluzionato la vita d’ufficio di milioni di persone, offrendo un altissimo livello di qualità e di estetica. Solida e funzionale, possiede un’inesauribile capacità di cucire, anche dopo anni di incessante lavoro. Realizzata interamente in metallo è testata singolarmente ed è garantita a vita, segno di qualità indiscussa. Con il suo profilo a forma di balena è considerata una delle più belle cucitrici del mondo. Prodotta interamente in Italia dalla ditta Balma, Capoduri & c. di Voghera.

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COCCOINA, BALMA CAPODURI & C., DAL 1927

Con il suo straordinario profumo di mandorla, la Coccoina è una vera icona italiana. Ancora oggi è prodotta seguendo la ricetta originale a base di acqua e destrina di fecola di patate.
Il barattolo in alluminio e il lettering sono invariati dagli anni ’20, una scelta dell’azienda per preservarne l’unicità. Un must per tutti gli amanti del design da scrivania.

Consigli per l’uso:
Ideale per incollare carta, stoffa, fotografie, etichette, etc. Facile da applicare, può essere usata tranquillamente dai bambini essendo completamente atossica.

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DENTIFRICIO MARVIS, LUDOVICO MARTELLI, DAGLI ANNI ’50

Il dentifricio in tubo arriva in Italia con i soldati americani durante la seconda guerra mondiale.
Per questo, negli anni ’50 sono molte le farmacie a lanciare sul mercato una loro formula. Fra queste, fa la sua comparsa anche Marvis, nel classico gusto menta. Negli anni ’90 l’azienda fiorientina Ludovico Martelli acquisisce il marchio mantenendo inalterato il packaging originale. Oggi produce sette diversi gusti in pasta.

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PENNELLO DA BARBA IN TASSO ARGENTATO “SILVERTIP”, ACCA KAPPA, DAL 1869

Questo meraviglioso pennello in pelo di tasso argentato (silvertip) rappresenta il top della sua categoria. Il pelo è selezionato scrupolosamente e la punta risulta molto chiara ed argentata. La forma svasata del ciuffo è realizzata a mano con appositi stampi che permettono di non tagliare le setole per non comprometterne la qualità.
E’ un classico intramontabile, frutto dell’esperienza di Acca Kappa in oltre 140 anni di attività. Ogni pennello da barba è prodotto esclusivamente nello stabilimento di Treviso seguendo gli standard più rigorosi, che fanno dell’azienda uno dei marchi italiani più apprezzati nel mondo.

Indicazioni per l’uso:
In occasione del primo utilizzo, si suggerisce di lasciare in immersione il pennello alcune ore in acqua per permettere alle setole di idratarsi diventando così più flessibili. Dopo l’uso, si consiglia di risciacquare sempre a fondo il pennello per evitare ristagni d’acqua o di sapone e di asciugarlo, scuotendolo ripetutamente o tamponandolo con un asciugamano. Con la corretta manutenzione, questo pennello può durare almeno 25 anni: un classico senza tempo da passare di generazione in generazione.

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TACCUINO PUNTO SINGER, TASSOTTI, DAL 1957

Questi splendidi quaderni sono una chicca per gli amanti della storia dell’illustrazione e della grafica. I motivi decorativi provengono dall’archivio Remondini (una famiglia di illustratori conosciuta in tutto il mondo nel ‘700) e rappresentano forme per pavimenti, fiori per tappezzerie, particolari per atlanti. Nel 1957 Giorgio Tassotti ha riscoperto questo patrimonio iconografico e da anni lo ristampa nella sua stamperia di Bassano del Grappa. Tutti i quaderni sono realizzati a mano usando carte di pregio. Le pagine interne sono bianche, mentre la copertina è in cartoncino e rifinita con punto Singer.

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CARTA AROMATICA D’ERITREA, CASANOVA, DAL 1927

La Carta d’Eritrea è prodotta seguendo una ricetta originale del 1927 ideata dal farmacista Vittoriano Casanova durante i suoi viaggi in Eritrea. Per realizzarla si usano esclusivamente materie prime di origine naturale (oli essenziali, muschi e resine): l’assenza di composti chimici rende la fragranza particolarmente pregiata e persistente, con note aromatiche legnose e fragranti. Perfetto per profumare cassetti, camere, armadi o ambienti particolari, come vani di automobili o librerie (inserendo un listello fra un libro e l’altro).

Consigli per l’uso:
La Carta d’Eritrea può essere utilizzata in due modi:
1) lasciando uno o più listelli nell’ambiente per profumare l’aria
oppure
2) piegando un listello a zig zag e bruciandolo da un lato: in tal modo, la carta sprigiona il massimo dell’aroma, capace di assorbire gli odori nell’aria (indicato soprattutto in caso di aromi forti o sgradevoli come fritto, animali..)

Bellissimi oggetti, vero?

Tutte le immagini e relative note dei prodotti appartengono a Fatto Bene
Il design italiano: non esiste una formula per governare la fantasia ultima modifica: 2016-12-15T15:53:07+01:00 da Benedetta

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