CERAMICHE, PAESE CHE VAI ARTIGIANO CHE TROVI

Ceramica siciliana: Alessandro Iudici e la storia dei vasi antropomorfi

Gli ingredienti per rendere perfetta la ceramica siciliana di Alessandro Iudici ci sono tutti: tradizione, artigianato, bellezza e storia. Quando ho visto per la prima volta i suoi vasi antropomorfi sono rimasta a bocca aperta e ho solo pensato che avrei voluto tanto averne uno da mettere in casa mia. E poi ho pensato che avrei voluto saperne di più di Alessandro e dei suoi vasi. Da dove veniva? Si intuisce che si tratta di ceramica siciliana. Ma da dove esattamente. Cosa raccontano quei vasi dal volto umano? Chi è Alessandro Iudici?

Ho cercato sul web e alcune informazioni le trovate, ma non tutte le mie domande erano soddisfatte. Così ho pensato di chiedere direttamente a lui, ad Alessandro Iudici, e lui ha accettato subito l’intervista.
Grazie Alessandro e davvero complimenti per le tue opere.

ceramica siciliana

Come nasce la sua attività?
a mia attività non ha una data ben precisa di nascita, essendo una famiglia di ceramisti che conta ben 9 generazioni, tutti cretai, stovigliai, ceramisti, è difficile dare un inizio a questa esperienza, sicuramente mi definisco un “continuatore”.

Quale è il suo percorso formativo?
Il mio percorso formativo si sviluppa in pieno nucleo familiare, da piccolo “inciampavo” sulle terrecotte realizzate da mio nonno, mentre mio padre mi sedeva sulle sue ginocchia, sul tornio, e con le sue mani sulle mie mi iniziava alla lavorazione al tornio.

Quanto conta la tradizione della sua famiglia {ceramisti da ben 9 generazioni} nella sua professione?
La tradizione ha un valore fondamentale per le mie ceramiche, perché tutto parte dalla memoria, dalle vecchie ceramiche d’uso popolare come brocche, vasi e lucerne rivisitate, manipolate e spesso ridicolizzate in maniera da renderle contemporanee.

Secondo lei quale legame esiste tra territorio e artigianato?
Il legame tra territorio ed artigianato è inscindibile.
Alcuni manufatti ceramici, come il vaso o testa di moro, sono la carta d’identità della ceramica siciliana. Le mie ceramiche raccontano storie, modi di dire o abitudini del popolo  siciliano, vissuti in prima persona tramandate in forma di novelle o leggende.

ceramica siciliana

 

Qual è l’elemento più personale che conferisce ai suoi lavori?
Tutte le mie ceramiche hanno un elemento fondamentale, sono strettamente legate ad un uso quotidiano. La ceramica va usata, la brocca serve a contenere e versare liquidi, il vaso destinato ad accogliere una pianta, la lucerna a creare illuminazione e le figure popolari spesso fischiano e divertono.

Cosa acquista un cliente quando acquista una sua opera?
Chi compra un mio pezzo compra un documento, una testimonianza della più intrinseca e arcaica ceramica siciliana.
La maggior parte dei pezzi, sono numerati e datati.

ceramica siciliana

Cosa pensa dell’introduzione di macchine digitali {come la stampante 3D} nel processo produttivo di un oggetto artigianale come descritto da Stefano Micelli {per approfondire leggi qui}?
Non penso che la stampante 3D  possa essere inserita in un discorso di artigianato.
L’artigianato conserva quel suo indiscutibile valore proprio perché é fatto a mano, con le sue imperfezioni, pregi e difetti, puoi realizzare al tornio 100 ciotole, saranno 100 pezzi unici.

Crede che il web possa aiutare l’artigiano, solitamente restio al mondo online, a comunicare il proprio lavoro?
Penso che il web sia una marcia in più per la conoscenza è divulgazione per gli artigiani. Io ne ho tratto un notevole profitto sia in termini economici che di immagine.

ceramica siciliana

La leggenda dei vasi antropomorfi {tratta da About Garden}

Si narra che nel quartiere arabo di Palermo, la Kalsa, durante la dominazione araba, vi abitasse una bellissima fanciulla che trascorreva le giornate a curare i fiori del suo balcone. Un giorno, un giovane moro, passando sotto il balcone della fanciulla, la notò mentre accudiva le sue piante e se ne invaghì perdutamente. Le dichiarò subito il suo amore e la bella ragazza, colpita dall’audacia del pretendente, ricambiò il sentimento. Purtroppo il giovane moro era già sposato e aveva figli e quando la fanciulla seppe che sarebbe tornato alla sua famiglia, lo uccise la notte precedente la partenza in pieno sonno.

Gli tagliò la testa e la utilizzò come vaso piantandovi del basilico, pianta regale, pianta anche dell’amore e della passione. Il giovane rimase per sempre con lei e il bellissimo vaso destò l’invidia dei vicini che così decisero di fabbricare dei vasi a forma di testa di moro.

Una versione forse più accreditata che giustifica anche la presenza di una testa femminile, rimanda all’epoca della monarchia quando la regina tradì con un moro il re che fece tagliare ad entrambe la testa e la espose come monito di futuri tradimenti.

Forse esiste un collegamento tra la leggenda e la novella tratta dal Decamerone di Boccaccio dove è narrata la storia di Elisabetta da Messina e di Lorenzo. Altre suggestioni e immagini su Venise Côté Jardin e sul blog My little old worl.

Di questi oggetti vorrei popolare la mia casa….

Immagini Artemest, per conoscere meglio la produzione vedi Alessandro Iudici, per approfondire il tema dell’artigianato digitale clicca qui

Ceramica siciliana: Alessandro Iudici e la storia dei vasi antropomorfi ultima modifica: 2016-05-31T09:01:05+02:00 da Benedetta

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