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Febbraio, le partenze e gli abbinamenti di primavera

Febbraio è un mese strano. Di malinconia perché nel mio paese c’é aria di partenze.
Quelle partenze che tanto detesto, che lasciano vuote le case per mesi e mesi.
Non credo esista un altro luogo così profondamente segnato dall’emigrazione. Si parte a febbraio e rientra il mese di ottobre.
Qui rimangono due persone su dieci, le altre otto vanno in Germania a guadagnarsi la pagnotta – che il nostro è un paese di montagna e non offre tante opportunità.

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Mi ricordo da bambina, a febbraio. Mi ammalavo sempre, puntuale come un orologio arrivava qualche magagna.
Sono più che convinta fosse la partenza di mamma e papà la causa. Se non puoi piangere, non puoi parlare, se metti a tacere le tue emozioni e la tua anima e non hai alternative a un’assenza così importante, allora, parla il corpo.
Ho somatizzato le partenze di febbraio.
Ogni anno avevo qualcosa di diverso, così, giusto per non farmi mancare nulla. Un anno gli orecchioni, l’anno successivo la bronchite, quello dopo ancora l’influenza, la varicella…così negli anni, grazie al mese di febbraio, mi sono costruita una bella corazza. Di anticorpi, ma anche una protezione emotiva perché in qualche modo ho dovuto imparare a difendermi (convivere!?) in fretta da certe mancanze affettive.

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Però insieme a questa profonda malinconia che provo sempre, tutti gli anni, in questo mese, avverto una certa eccitazione.
Sento nell’aria i primi segni di primavera nonostante fuori nevichi a larghe falde.
Probabilmente è una predisposizione mentale, una difesa contro la malinconia, un istinto primordiale alla sopravvivenza.
Non lo so, ma è così.

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Mi cullo al pensiero dei primi tepori, di quell’erba tenera che spunta dalla terra umida e dai primi germogli.
E’ vero che tutto ciò appartiene più alla mia interiorità che alla realtà, ma posso comunque dire che esiste almeno un dato oggettivo a mio favore: abbiamo guadagnato un’ora di luce, forse due?, da dicembre.

La luce, che magnificenza! E’ vita che illumina i pensieri, le emozioni, le sensazioni.
E’ un respiro profondo che mi invade e mi rigenera. E’ quanto basta per sognare. Io la adoro.
Mi toglie di dosso un passato fatto di attriti, frizioni, amori sbagliati che nonostante tutto sono serviti a farmi arrivare dove sono. Che è qui che dovevo e volevo arrivare.

La luce di primavera è vita nuova, mi butto a capofitto in questo presente e futuro prossimo guadagnati con impegno e costruzione di me stessa. Ho imparato che niente avviene per caso, e se la contingenza ci può essere avversa, se non riusciamo a manipolarla come vorremmo abbiamo, comunque, sempre, un’opportunità diversa.

Possiamo scegliere, dare una diversa direzione alla nostra vita.

In questo febbraio sogno che sia già primavera con il suo profumo inconfondibile, con la cucina illuminata dal sole la domenica mattina mentre Pier prepara il caffé e Nicolò mi chiede ‘mi vieni a svegliare?‘.
Non vedo l’ora che di giovedì ritorni in paese il camioncino dei fiori, di solito prendo tulipani, rose oppure anemoni per metterli in cucina sopra il tavolo. Arrivo a casa e cerco il vaso più adatto, quello della nonna di vetro con i merletti oppure quello coloratissimo che mi ha regalato mia cugina Lucia o quello artigianale grigio e bianco in ceramica raku che avevo comprato da un’artigiana in un mercatino … di primavera.

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Quando invece spunteranno i ‘non ti scordar di me’ e tutti gli altri fiori di campo andrò a raccoglierli con il mio bambino.
Ci sarà anche il giardino da sistemare – mio cruccio e mia gioia – devo togliere le erbacce intorno ai gambi verdi delle peonie e delle ortensie altrimenti faticheranno a sbocciare. Sarebbe davvero un peccato.

Non vedo l’ora di rifare un corso di fotografia. Aspetto primavera, dovrò macinare una settantina di chilometri per frequentarlo. Non è poco, ma in aprile sarà tutto più semplice senza la neve e il ghiaccio sulla strada. Il pensiero di un nuovo corso mi esalta, ho voglissima di imparare bene la fotografia. Mi affascina catturare, fermare istanti in un’immagine bellissima. Fermare il tempo, congelarlo per poi riviverlo.

A febbraio penso già a come vestirò in primavera. Camicie di seta, pantaloni sottili (che qui in montagna d’inverno è proibitivo indossare) e scarpe con i tacchi, i miei acquisti durante i saldi sono già proiettati nella bella stagione. Con l’idea di mescolare colori, disegni, tessuti con apparente semplicità, per esprimere un umore solare e per divertimi con la parte femminilità di me stessa. Come piace a ogni donna.

La primavera è il momento ideale per cercare nuovi accostamenti cromatici lasciandosi ispirare dalla natura, usare i dettagli per fare la differenza. Per lasciarsi sorprendere da pensieri frivoli, dalla leggerezza di passi leggeri. Per calzare meravigliose scarpe artigianali con calzini sottili e colorati sedendo a prendere un caffè fuori da un bar. Lentamente e oziosamente. Oh sì, già assaporo i più lunghi giorni primaverili con le urla dei giochi dei bambini che si diffondono nell’aria. Così torna la vita nel mio paese, piano piano, inesorabilmente. La primavera è sempre foriera di novità. Aspetto con (im)pazienza!

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Come state vivendo questo febbraio? anche voi avete sentore di primavera?
Quali sono i vostri abbinamenti di colore preferiti?

Idee di colore.
1° abbinamento: le righe larghe dei calzini sono divertenti e possono essere accostate a scarpe eleganti a patto che i calzini siano leggeri;
2° abbinamento: Bailing di In the mood for Love mi ha insegnato che le calze bianche sono belle e si abbinano bene a tutte le scarpe. A primavera scegliamo il bianco con disegni agresti per un’allure romantica;
3° abbinamento: il blu e il marrone è un accostamento che funziona sempre;
4° abbinamento: il tono su tono, non si sbaglia … per le giornate in cui ti senti meno creativa 😉

 

Febbraio, le partenze e gli abbinamenti di primavera ultima modifica: 2015-02-05T18:11:19+01:00 da Benedetta

13 Commenti

  • Rispondi Marianna C. 05/02/2015 a 22:30

    Stupeeeeeendi i tuoi calzini..li voglio anche io!!!!Belle anche le foto

  • Rispondi BaiLing 06/02/2015 a 00:08

    Grazie della citazione Ben 🙂
    E che belle quelle calzette piene di fiori!

    • Rispondi Benedetta 06/02/2015 a 16:10

      …sono io a doverti ringraziare 😉

  • Rispondi Anna 06/02/2015 a 09:39

    Anche se io non indosserei mai (ma mai dire mai) il calzetto con la scarpa con il tacco, devo dire che queste foto sono molto belle… mi fanno venire voglia di primavera e di calzette nuove!

    • Rispondi Benedetta 06/02/2015 a 16:12

      … sono felicissima che le foto ti piacciano, le ho scattate io.
      Questo post è stato anche un’esercitazione di fotografia,
      che mi appasiona tantissimo!
      Ho letto la tua email, ti risponderò presto.

  • Rispondi Ilaria 06/02/2015 a 09:58

    proprio telepatiche!
    bellissimo post
    buon fine settimana
    Ilaria

    • Rispondi Benedetta 06/02/2015 a 16:12

      … hai visto?!
      Buon fine settimana anche a te

  • Rispondi Lucia 06/02/2015 a 19:52

    Deliziosa sequenza di pensieri!!! Ho negli occhi le immagini della tua personalità e nella mente il profumo delle stagioni che scorrono!!! E poi… Ti prenoto x lo shopping!!!

    • Rispondi Benedetta 07/02/2015 a 07:11

      … volentieri, sarei felice!

  • Rispondi lalu 20/02/2015 a 18:28

    Il mio paese si svuotata a gennaio..si ripopolava a luglio.. l’ anno per me era tutta un attesa, vivevo aspettando, Bramando il ritorno.
    Deliziosi i calzini che adoro con il tacco.
    Lstinzi.blogspot.it

    • Rispondi Benedetta 20/02/2015 a 19:07

      Ciao Luana, come si chiama il tuo paese?
      è davvero una dimensione particolare quella dell’emigrante.

      • Rispondi lalu 20/02/2015 a 22:58

        Sì chiama san biase, in Molise! ! Pensa la vita sono diventata anche io un emigrante. . In adozione a Roma!! rimane l’ ansia del ritorno. .

        • Rispondi Benedetta 21/02/2015 a 07:46

          Ho avuto la fortuna di restare. Si, immagino … quella non svanisce mai.
          L’estate scorsa sono stata in Abruzzo,mi è piaciuto tantissimo. Mi ha colpito la cordialità della gente.

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